“A Parma non è difficile vivere, a patto di saper dar ragione all’interlocutore in una discussione a carattere musicale o gastronomico.” In queste parole di Maria Luigia d’Asburgo è racchiuso lo spirito di Parma. Una città che sa accogliere e divertire ma non può scendere a compromessi quando si parla di musica e buon cibo. Dal 2015 Città creativa UNESCO per la gastronomia, dal 2002 sede dell’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare e nel 2020-21 Capitale Italiana della Cultura. Passeggiando per le vie del centro o attraversando il Parco Ducale, si percepisce un’atmosfera elegante ed internazionale che la contraddistingueva già ai tempi della dominazione francese.
Questa mini-guida vi fornirà solo qualche spunto per scoprire alcune tra le tante ricchezze del territorio.
Piazza Duomo
I primi passi del vostro tour parmigiano portano nella piazza medievale del Duomo, magari al tramonto, quando la luce dorata dell’ultimo sole inonda la facciata della cattedrale: arte romanica allo zenit. All’interno troverete i bassorilievi dell’Antelami e la volta della cupola: precisione del chiaroscuro e della prospettiva, l’Assunzione affrescata dal Correggio è il capolavoro di questo genio del Cinquecento. Uscendo, il Battistero di marmo rosa di Verona firmato da Antelami agli inizi del Duecento è un’altra icona. A pochi passi la Chiesa di San Giovanni Evangelista, complesso monastico benedettino.
Il Complesso della Pilotta
Da piazza Duomo si attraversa via Cavour, dove correvano le antiche mura della città e oggi sfilano vetrine di negozi e caffè, e in pochi passi si raggiunge la Pilotta, oggi oggetto d’importanti progetti di riqualificazione. È la fortezza con cortile dove i soldati spagnoli giocavano alla pelota. Al suo interno si trova la Biblioteca Palatina e la Galleria Nazionale: vale il biglietto, da sola, la “Testa di Fanciulla” (“La Scapigliata”) di Leonardo da Vinci, una giovane dai lineamenti dolci, le morbide labbra e una cascata di ricci scomposti.
Teatro Farnese
Sempre all’interno del Complesso della Pilotta si trova il Teatro Farnese, un guscio di abete rosso a due piani di logge. Nel 1628 ospitò quattromila spettatori che sulle note di “Mercurio-Marte” (l’opera-torneo di Monteverdi) videro la cavea riempirsi d’acqua, mostri marini e navi: apoteosi d’idraulica, epica e sfarzo.
Un ambiente spettacolare che conserva ancor oggi il ricordo della fastosa vita di corte dei Duchi Farnese. Quasi del tutto distrutto dalle bombe del 1944 e ricostruito in epoca moderna, oggi il teatro ci restituisce una delle più straordinarie architetture teatrali del Seicento.
Labirinto della Masone
Aveva un sogno e l’ha realizzato. Anzi, l’ha seminato. L’editore Franco Maria Ricci ha dato vita al dedalo di bambù più grande al mondo, il Labirinto della Masone a Fontanellato. Con duecentomila piante di bambù elegante e flessuoso alte fino quindici metri si cammina tra rimandi letterari e intrecci verdi in uno spazio a tratti onirico. È il frutto di un’intuizione che Franco Maria Ricci ebbe grazie all’amico Jorge Luis Borges: “Il labirinto, si sa, era da sempre uno dei suoi temi preferiti; e le traiettorie che i suoi passi esitanti di cieco disegnavano intorno a me, facevano pensare alle incertezze di chi si muove fra biforcazioni ed enigmi”. Quello della Masone s’ispira ai percorsi geometrici raffigurati nei mosaici romani. Ha una forma a stella, tipica delle città fortificate del Rinascimento; al centro spicca una grande piramide che ospita una cappella. Circondato da alte siepi, nel museo-biblioteca permanente sono esposte cinquecento opere tra pitture, sculture e oggetti d’arte della collezione privata di Ricci. Ci sono opere dal ’500 al ’900: di Bernini, Canova, Hayez, Carracci, Savinio e gli splendidi volumi rilegati in marocchino di Giovanni Battista Bodoni.
Castello di Torrechiara
Eretto su un colle alle porte della Val Parma nella metà del Quattrocento, è simbolo di quella civiltà della bellezza che in Emilia ha diffuso manieri, rocche e fortezze dal medioevo alla Belle Époque. Scenografico al punto da aver fatto da set a pellicole cinematografiche. Due su tutte: “Ladyhawke” (1985) e “La tragedia di un uomo ridicolo” (1981) di Bernardo Bertolucci, regista parmigiano. Filmato, fotografato e instagrammato, ha il proprio fantasma d’ordinanza che vaga invocando Bianca, “nunc et semper”: ora e sempre. Bianca Pellegrini che rapì il cuore del Magnifico, Pier Maria Rossi, uomo d’armi dal carattere ruvido e dalla passione facile. Volle fare di Torrechiara una struttura fortificata per scoraggiare i nemici e i loro assedi e per coltivare l’amore. Gli affreschi della Camera d’Oro sono una sorta di diario dipinto della loro relazione.
Parco Ducale
Nel cuore del centro storico, oltre il torrente Parma, si stende il verde incanto del Parco Ducale, voluto dal duca Ottavio Farnese che a metà del XVI secolo, iniziò ad acquistare nell’Oltretorrente i terreni vicini al “Castello”.
Il Parco Ducale presenta alberi secolari che nella loro collocazione creano un'elaborata architettura verde, studiata e approntata nel 1560 e ampliata nel '700. Adornato con gruppi scultorei di J. B. Boudard, verrà in seguito modificato ulteriormente "alla francese". Nel 1690, in occasione delle nozze tra Odoardo Farnese e Dorotea Sofia di Neuburg, viene scavata la peschiera, ancor oggi esistente, con al centro un isolotto, sul quale nel 1920 verrà collocata la settecentesca fontana del Trianon.
Trattoria del Tribunale
trattoriadeltribunale.it Vicolo Politi, 5
Tel +39 0521 285527
Trattoria tipica e molto centrale, di fianco al tribunale, da cui prende il nome. È un locale grande, ti accoglie con una sfilata di prosciutti e un banco che ricorda quello del salumiere. Si mangiano i piatti della cucina locale, dalla torta fritta, buona ed equilibrata, alla vecchia di cavallo, passando, ovviamente, per anolini e tortelli d’erbetta.
Angiol d’or
Via Scutellari, 1
Se si dovesse dare un premio per la posizione scenografica, questo ristorante arriverebbe di sicuro nella top 3. L’Angiol d’or, che deve il suo nome all’angioletto d’oro che svetta sul campanile della Cattedrale, si trova proprio ai margini di Piazza Duomo e la vista è incantevole. La proposta è soprattutto tradizionale con incursioni sperimentali e piatti di pesce.
Trattoria Sorelle Picchi
Str. Luigi Carlo Farini, 27
Cucina parmigiana tipica e appetitosa in una trattoria che ha fatto la storia della città. Il ristorante in origine era gestito dalla famiglia Picchi, che ha portato avanti la tradizione per decenni. Ora il ristorante ha cambiato gestione ma mantiene intatto il clima genuino e amichevole dell’antica osteria.
Enoteca Fontana
Via Farini, 24
Se c’è una cosa che i parmigiani amano fare, è l’aperitivo. E i parmigiani doc l’aperitivo – che sia quello prima di pranzo o quello post lavoro – lo fanno da Fontana. Aperto nel 1967, Fontana è stato il primo locale a Parma a vendere vini in bottiglia, anche d’importazione, soprattutto francesi;
Borgo 20
Borgo XX Marzo, 14
Questo locale si autodefinisce “bistrot contemporaneo” e penso non esista definizione più calzante. Si tratta di un ristorante ricercato ma informale e accogliente, dove si respira creatività. Il menu cambia a seconda della stagione e della disponibilità dei prodotti, che arrivano da produttori locali e piccole realtà del territorio, ma non aspettatevi il classico ristorante parmigiano: i piatti proposti si avvicinano sì alla tradizione, ma con un twist fantasioso, che li rende originali e accattivanti.
Officina Alimentare Dedicata
Via Maestri, 11/A
Tel +39 0521 230505
Un ristorante giovane nato da menti giovani e desiderose di portare avanti le tradizioni emiliane, innovandole. Officina Alimentare Dedicata è un progetto femminile, nato grazie a tre ragazze che, spinte dall’amore per la propria terra, hanno deciso di dedicarsi con perizia alla ricerca di chicche culinarie.
Le proposte sono piuttosto tradizionali, ma l’approccio è informale e contemporaneo e la materia prima di alta qualità.
Frank Focaccia
Piazzale San Lorenzo, 19/a
Tel +39 0521 237970
Come sono buone le focaccine di Frank, piccole e tonde, ognuno le farcisce come gli pare con ingredienti che fanno gola solo a pensarci. Il menu è praticamente infinito anche se alcune proposte sono ormai dei classici come la Focaccia Ciccio: spalla cotta, scamorza e salsa piccante.
Un consiglio: non accontentatevi di una sola focaccina, prendetene almeno due, e se ce ne sta una terza, chiudete con quella ripiena di Nutella.
Osteria dello Zingaro
Borgo del Correggio, 5/b
Tel +39 0521 207483
Tra i borghi dietro al Duomo, Lo Zingaro è uno dei ristoranti più tipici dove assaggiare il cavallo e, anzi, è proprio il piatto che lo ha reso molto conosciuto in città. È un locale piccolo, con tavoli ravvicinati, che ha tutto il sapore delle antiche osterie. In menu si trovano diverse proposte a base di cavallo, che includono pesto, tartare, roast beef e filetto.
Pepèn
Vicolo Sant’Ambrogio, 2
Tel +39 0521 282650
Passare da Parma senza imbrattarsi con le salse colanti dei panini di Pepèn è un delitto. Vi pentireste in eterno di non aver gioito assaggiando uno Spaccaballe e se c’è la fila, pazienza: è più veloce di quel che sembra. Pepèn è senza dubbio un luogo di venerazione per molti parmigiani.
Non ci sono posti a sedere, o meglio, qualche sgabello c’è, ma parte del godimento sta nel mangiare in piedi nel borgo, con l’unto che straborda pericolosamente fuori dai tovagliolini.
Girare tra i negozi del centro di Parma è un modo piacevole per scoprire i borghi, dove si incontrano le botteghe e piccole attività dal sapore di altri tempi.
C’è una strada in particolare che si è fatta custode di un’epoca antica ed elegante: via Nazario Sauro, conosciuta anche come “la via degli antiquari”; qui infatti si trovano infatti diversi negozi di antiquariato e modernariato, tutti dal gusto diverso e complementare, dalla moda all’oggettistica.
Perpendicolare a via Sauro, c’è invece borgo Giacomo Tommasini, la strada che ospita alcuni tra i negozi più chic di Parma. Qui troverete marchi di lusso e negozi ricercati, ma anche bigiotterie e negozi di giocattoli.
Prodotti del territorio di allevatori e coltivatori custodi della biodiversità si trovano al Rural Market. Poco più avanti c’è 333, uno store di ricerca che ha portato in città abbigliamento e arredi dallo stile nordico, Da Sadoo, invece, Cesare Muratori riunisce una sofisticata selezione di gioielli etnici e di design, borse e oggetti d’arredamento.
Altri negozi da visitare: Libreria Fiaccadori, Oliva Stampe Antiche, La Prosciutteria.